sabato 27 settembre 2008

Licenziamo i bidelli! avremo più soldi per i giornalisti di Libero

Il quotidiano “Libero”, diretto da Vittorio Feltri, martedì 23 settembre ha pubblicato in prima pagina, a titoli cubitali, un articolo spacciato per una notizia bomba: “Scandalo scuola, più bidelli che carabinieri”. L’emerito giornalista Gianluigi Paragone, estensore dell’articolo, fornendo cifre bislacche, sostiene che siccome nella scuola pubblica italiana ci sono più bidelli che carabinieri non bisogna aumentare i carabinieri ma licenziare i bidelli. Questa logica demenziale, che avvilisce le basi della dialettica argomentativa, in realtà è una squallida logomachia, che si propone il fine, in linea con lo squadrismo feltriano, di spostare l’indignazione dalla casta politica a quella inesistente dei bidelli, poveri sventurati che guadagnano misere 875 euro al mese.
Stando alle cifre fornite dal Ministero della Pubblica Istruzione il totale dei bidelli in servizio nell’anno scolastico 2006-2007 era di 160.446. Evidentemente il giornalista Paragone ha estratto le cifre dell’anno scolastico 2000/ 2001, quando il governo Prodi di allora, per rendere efficiente la scuola dell’autonomia, varata qualche anno prima, immise nella scuola pubblica circa 80.000 bidelli con contratto annuale. Furono i successivi governi Berlusconi a tagliare progressivamente il numero dei bidelli, riuscendo in questi ultimi otto anni a licenziare quasi diecimila precari. Come non bastasse il neo Ministro Gelmini, con la finanziaria balneare dello scorso giugno, ha disposto per i prossimi tre anni un ulteriore taglio pari al 17% dell’intero organico nazionale. Ciò vuol dire che nel corrente anno siamo scesi a circa 147.000 bidelli, 20.000 in meno dei 167.000 sparati su Libero.
Se rapportiamo il numero complessivo della popolazione scolastica, dai bimbi della scuola d’infanzia ai ragazzi delle superiori (circa 7.700.000) e lo dividiamo per il numero dei bidelli in servizio, scopriamo che ogni bidello deve fare sorveglianza ad una media di 52 alunni, un numero non certo esiguo, che comporta la pulizia giornaliera di almeno tre aule, due bagni, un paio di laboratori, uno spazio esterno. E poi il lavoro dei bidelli non si limita alla pulizia e alla sorveglianza, ma anche all’accoglienza dell’utenza, alla manutenzione degli stabili, all’assistenza igienica dei bambini con handicap e a collaborare con i docenti nelle attività didattiche dei vari laboratori. Non a caso il giusto nome dei bidelli è quello di collaboratori scolastici, essendosi ampliate le loro funzioni pur rimanendo invariato lo stipendio.
Se l’esimio Paragone ha scritto pensando più di fare un piacere al proprio paron che alla verità dei dati, il suo collega Luigi Gambacorta ha fatto una tale confusione di numeri da rendere davvero granguignolesco il suo complementare articolo. Egli dapprima afferma che ci sono una media di 15 bidelli per istituto, cosa che può essere verosimile, presumibilmente ignorando che ogni istituto comprende diverse scuole; poi lancia la bomba mediatica: 2 bidelli a classe. Ne dovremmo arguire che ogni istituto comprende 7 classi, il che non sta in cielo né in terra, perché ogni istituto comprende casomai 7 scuole, anche dislocate in diversi paesi, e le scuole comprendono diverse classi: le elementari di solito ne hanno dieci. Insomma, questo bel tomo di giornalista scombina a suo piacimento i dati per giustificare la strategia berlusconiana dei massicci licenziamenti nella scuola e conferma ancora una volta Libero nel ruolo di una specie di SS giornalistico, che non ha pietà di giustificare l’eliminazione di bidelli se il dittatorello megalomane lo ordina.
Ricordi il lettore che questo governo ha deciso di far sparire dal mercato del lavoro circa 140.000 tra docenti e non docenti per i prossimi tre anni, onde risparmiare qualcosa come 8 miliardi di euro. Soldi che verranno impiegati per mantenere in piedi la casta politica e i fiancheggiatori dei partiti berlusconiani, in particolare il quotidiano cosiddetto Libero, che viene edito grazie a un finanziamento pubblico di ben 5 milioni e mezzo all’anno. Ecco perché i giornalisti di Libero ce l’hanno tanto coi bidelli, perché eliminandone un massiccio numero ci sarebbero più soldi per loro.
Se la strategia di fondo berlusconiana degli ultimi anni è stata quella di indebolire la scuola pubblica, rafforzando parimenti la scuola privata, nei prossimi mesi si passerà al cosiddetto colpo di grazia: la trasformazione degli istituti scolastici pubblici in fondazioni, ossia in associazioni culturali, molto probabilmente discendenti e dipendenti dal monopolio editoriale dello stesso Berlusconi. La scuola diventerà così una dependance di Mediaset e gli alunni più meritevoli verranno assunti direttamente come veline o gabbibbi.
A parte le battute, se il personale scolastico delle scuole pubbliche non attiverà immediatamente delle forme ad oltranza di opposizione alla strategia governativa – lo scioperetto di un giorno non servirà a nulla – la conquista e la successiva demolizione della scuola pubblica che seguirà sarà l’atto fondamentale per annettere una istituzione da cui poter meglio controllare, indirizzare, distorcere e piegare le coscienze per i prossimi decenni. (Nella foto il giornalista Vittorio Feltri)

15 commenti:

Unknown ha detto...

Complimenti per l'articolo, i tagli alla scuola fanno parte di quella strategia volta ad avere un popolo di ignoranti i modelli a cui ispirarsi non sono altro che le veline ed i calciatori...
Serve una nuova classe politica!!!
SVEGLIA!!!!

Anonimo ha detto...

30 anni fa frequentavo la scuola elementare. L'unico bidello esistente era anche privo di alcune dita; puliva giornalmente 10 aule di circa 30 alunni ciascuna, i corridoi e il piazzale esterno. Durante la pausa pranzo (avevo il doposcuola) aiutava la moglie in refettorio.

Oggi entro in una scuola primaria e vedo a volte 4 a volte 5 bidelli che discorrono 10 minuti del grande fratello o dell'isola dei famosi prima che qualcuno si disturbi e chieda : "cosa desidera".

I sindacati hanno vietato la pulizia salendo sulle scale e si appaltano a cooperative esterne le pulizie in alto.

E poi, in Italia, ci sono 30.000 mila bidelli in più dei carabinieri.

Anonimo ha detto...

perche' non licenziamo i ministri e gli onorevoli?

Anonimo ha detto...

considerando che in questa società i ricercatori precari con pluriennale esperienza ed elevata specializzazione prendono anche loro meno di 1000 euro...

Anonimo ha detto...

A Federico rispondo che è vero che serve una nuova classe politica, ma anche un popolo più coraggioso, che si impegni a fare politica in prima persona e non a subirla. Sono sicuro, e mi auguro di sbagliarmi, che insegnanti e bidelli sono come gli ebrei, che andavano docilmente alla camera a gas.
Ad anonimo rispondo che un assembramento di persone - bidelli, amministrativi, utenti vari - nell'atrio delle scuole in certi momenti può sembrare scioperataggine. Non è vero che i sindacati confederali - che purtroppo hanno molte colpe - hanno vietato le pulizie ai bidelli: è vero che un 25% del totale del personale, tramite cooperative, può gestire una parte delle pulizie. Riconosco che qualche bidello non è educato e fannullone, ma nella stessa misura di tanti altri dipendenti pubblici, protetti dai loro capi. Infine se hai letto bene il mio articolo, corredato di prove documentali, non è vero che ci sono più Carabinieri che bidelli. E poi se anche fosse ti ricordo che ci sono più spazzini che carabinieri,più maestre che carabinieri, più consiglieri e assessori comunali che carabinieri, e così via.... insomma che facciamo, tutte le categorie più numerose dei carabinieri le mandiamo a spasso?
A Paola dico che idealmente sarebbero da cacciare quasi tutti i ministri e gli onorevoli che ci governano. E poi chi prende il posto loro, altri paraculi? Cerchiamo di impegnarci con quei partiti, quei movimenti come l'Italia dei Valori, i Grilli, eventualmente anche il PD, che danno garanzia di onestà.

Anonimo ha detto...

Non c'è da stupirsi. Da anni più del 50 % dei contenuti delle cosiddette inchieste di Libero sono autentiche fandonie, preparate ad arte per motivi che si comprendono facilmente... e il resto sono opinioni da far accapponare la pelle. Non me la prenderei però con il contributo ai giornali, dal momento che stanno per fare tagli poderosi anche su quelli e chi ne risentirà tra i quotidiani sarà purtroppo la quasi totalità di quelli d'opposizione.
All'anonimo delle 14.24 che rievoca con nostalgia i bei tempi in cui i bidelli erano pochi, rispondo che sono più grande di lui e di quella scuola senza strutture, personale e con il rutilante maestro unico (ricordo 1 anno intero di supplenze a rotazione nel quale non aprimmo letteralmente libro) non ho proprio nessuna nostalgia. I lavativi non piacciono neanche a me, in quel caso è giusto intervenire, però converrai che una cosa è scaldare la sedia con lo stipendio da bidello, altra è svolgere regolarmente un mestiere da professionista e nel frattempo intascarsi senza colpo ferire la paghetta da deputato... con annessa pensione megagalattica a vita... a proposito, ma non volevano ridurre il numero dei parlamentari? Com'è che ora non se ne parla più? Mah...
Grazie per il tuo intervento pubblicizzato sul Messaggero e continua a fare controinformazione. Non c'è altro modo per evitare la catastrofe generale.

Anonimo ha detto...

il PD è garanzia di liberta'???ma su che pianeta vive?buon giorno mi chiamo marco,ho 31 anni e per circa 3 anni ho fatto il bidello lavorando in circa una decina di scuole.ho visto le cose piu disparate,è vero che nn arrivano a mille euro,ma sono sui 950 circa,ma è vero anche che 9 bidelli su 10 sono lavativi e paraculi,parola che lei usa per definire un ministro della repubblica italiana..persone che su 20 giorni di lavoro al mese ne lavoravano si e no 12 puntualmente malate di venerdi e di lunedi.per effettuare un minimo servizio in piu pretendevano 6/7 ore di straordinario segnate.capisco la sua avversione diretta al pres. Berlusconi ed ai suoi ministri e sopratutto verso la stampa di governo,ma di comunisti sinistroidi col CHE tatuato sul braccio alla guida della propria BMW siamo veramente stufi,lei mi da l'aria di essere proprio un tipo simile magari senza tatoo oppure senza bmw ma l'idea è quella...è bastato leggere che il pd è garante di liberta',,,,memoria proprio zero insomma...continui pure cosi tanto nn ha un gran che di visibilita e quindi nn lede nessuno...buon lavoro.....VIVA IL MINISTRO BRUNETTA VIA I FANNULLONI PARASSITI DALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Anonimo ha detto...

sono dinuovo marco ho dimenticato una cosa....passando una circolare presso una classe terza scuola media,ora della prof di I T A L I A N O,la prof se ne è uscita cosi:RAGAZZI USCITE I DIARI CHE VI DETTO UNA CIRCOLARE....
USCITEEEEEEEEEEEEE??????????
ma che lingua è????be forse il ministro Gelmini nn ha tutti i torti visto l'ignoranza galoppante...scusate per eventuali errori di ortografia ma sono figlio di questa scuola di m.....a

Anonimo ha detto...

Caro Marco, ti sei tradito con l'età. Il 60% dei collaboratori scolastici che lavorano nella scuola sono stati immessi da Prodi nel 2000, tutta gente che aveva allora tra i 35 e i 45 anni di età, iscritti fin dal 1986 alle graduatorie provinciali del provveditorato. Tu che dici di avere 31 anni nel 1986 ne avevi 9.
Quindi sei un falso bidello, stipendiato dal Berluscaz per diffamare la categoria dei collaboratori scolastici.
Cordiali saluti.

Anonimo ha detto...

Come collaboratrice scolastica la ringrazio per quanto detto sulla mia categoria. Su 51 scuole autonome della mia provincia solo sei sono pulite da un'impresa di pulizie. Con 51 scuole autonome naturalmente indico 51 Direzioni, ognuna delle quali dirige vari plessi, come succursali di scuole medie e superiori e scuole elementari e materne. Alla Direzione Didattica in cui lavoro sono stati assegnati 23 bidelli da dividere su 8 plessi, quattro scuole elementari (1 con due sedi) e tre scuole materne. Uno dei colleghi è invalido (ma anche un gran lavoratore!), due lo sono fisicamente e mentalmente ma non sono riconosciuti come tali perchè, ovviamente, non vogliono sentirsi etichettare come "handicappati" e la cosa ci crea non pochi problemi a livello lavorativo e organizzativo. Oltre ciò abbiamo il problema delle metrature delle scuole, che non sono fra i criteri di calcolo al momento dell'assegnazione del personale. Quindi, come da lei ben detto, ci ritroviamo a pulire in una scuola di sole 10 classi anche un numero 3 volte superiore di locali scolastici. Essendo la mia scuola a tempo pieno siamo divisi in 2 turni, uno mattutino e uno pomeridiano e, visto che siamo solo in 6, siamo in 3 al mattino e in 3 al pomeriggio. Nella scuola ci sono poco più di 200 bambini, 26 insegnanti, 5 impiegati e un Dirigente scolastico, quindi siamo 1 bidello ogni 70 persone circa per turno, con un carico di lavoro inimmaginabile. Lasciando perdere la consegna della posta presso i vari enti e la mole impressionante di fotocopie stampate giornalmente (tante da impedirci spesso la sorveglianza non solo dei corridoi, ma anche dell'ingresso, cosa che fa ammattire sia noi che la Direzione!!!) non riusciamo fisicamente a stare dietro alla pulizia dell'edificio. Così approfittiamo di ogni momento in cui i bambini non sono in aula di pomeriggio per anticipare le pulizie, chiudiamo in anticipo un bagno a reparto e ci catapultiamo in ogni laboratorio libero. Le lezioni terminano alle 16,30 e fino alle 19 cerchiamo di pulire almeno i 2 terzi della scuola, per lasciarne solo 1 terzo per il mattino, dalle 7 alle 8,20, prima dell'ingresso dei bambini. E' vero che raramente ci occupiamo dello scodellamento dei pasti, ma c'è un motivo, e molto serio. Quando le scuole erano comunali in ogni edificio c'era un cuoco che, con il supporto di qualche bidella, cucinava e serviva i pasti in mensa. Le collaboratrici avevano diritto al pasto, ricevevano un premio aggiuntivo (poichè anche allora non era fra i loro doveri!) ed erano seguite da personale esperto (il cuoco) che si limitavano ad aiutare e coadiuvare. Quando le scuole sono passate allo Stato la figura del cuoco è scomparsa, quindi i collaboratori non avevano più chi cucinasse e neppure il diritto al pasto. Fu allora che si dovettero assumere i famosi appalti esterni che cucinavano e consegnavano i pasti alle scuole, dove le bidelle si limitavano a scaldarli e condirli. Finchè non sorse l'enorme problema: le bidelle più anziane ed esperte, stufe dei fornelli e di fare la balia ai bambini, passarono un po' alla volta alle scuole medie e superiori! Al loro posto rimasero le giovani, che non solo non avevano mai lavorato in una cucina industriale, non solo non avevano idea di come funzionassero i forni o di come si scaldassero e condissero certe moli di cibo, ma non conoscevano minimamente la più piccola norma igienica vigente in certi ambienti! Ci furono bidelle che rischiarono di tirarsi addosso enormi pentoloni di acqua bollenti e che giravano senza retina sui capelli e i guanti e, soprattutto, pasti immangiabili! Per di più non erano assicurate per un lavoro che per legge non gli competeva, sull'orlo dell'illegalità! E per questo le Direzioni dovettero ricorrere alle ditte esterne per mandare anche qualcuno in cucina!!! Se ci si chiede come mai in alcune scuole ci sono bidelle che servono in mensa e in altre no, la risposta è presto detta: la decisione viene presa in base al numero di collaboratori scolastici a disposizione per ogni plesso. Se ce ne sono abbastanza da garantire la sicurezza e la pulizia della scuola anche in orario di mensa allora si può decidere di lasciare che uno o due di loro servano in mensa (a patto che non tocchino pentole e fornelli!). Questo però solo dietro compenso comunale, poichè la mensa non è un servizio gestito dalle scuole e perchè è un tantino inumano obbligare un collaboratore scolastico, che non ha diritto al pasto in orario di servizio, a servire da mangiare all'ora di pranzo! Visto il taglio di personale in atto da diversi anni sono sempre meno le bidelle che servono in mensa perchè sono aumentati gli orari spezzati e all'ora dei pasti nella scuola ci sono al massimo una o due persone (eppure da quest'anno finalmente è stato concesso il pasto a chi serve in mensa, se il Comune accetta di accollarsene le spese visto che le casse delle scuole sono vuote!). Non è vero che non possiamo salire sulle scale, però devono essere a norma di legge, dobbiamo avere chi ci assiste, pannelli di avvertimento e avere frequentato corsi sulla sicurezza. In caso contrario il Dirigente rischia una multa e una denuncia. Tutto ciò sarebbe a spese della scuola, che se ha due lire da spendere in corsi naturalmente le spende per il pronto soccorso e l'antincendio (e quelli sì che ci servono e ci sono serviti!).
Voglio anche raccontare un particolare: l'anno scorso, a causa dell'enorme richiesta di collaboratori di fronte ad una graduatoria di prima fascia esaurita ci ritrovammo all'inizio di settembre con 5 bidelli in meno. Il Dirigente Scolastico si presentò quindi di fronte al collegio docenti e avvertì che se non fosse riuscito ad assumerli entro un paio di settimane non avrebbe potuto garantire il tempo pieno in tutte le scuole. Che infatti partì (con enorme rabbia dei genitori), in tre scuole del Circolo, solo tre settimane dopo l'inizio della scuola! Per dire che siamo in troppi!
A proposito, visto che non serviamo a niente e non facciamo niente, allora potrebbero cominciare a venire a scuola i genitori dei bambini quando se la fanno addosso, quando c'è da lavarli e cambiarli e quando fanno il riposino! O quando manca l'assistente alla persona e lo studente diversamente abile ha bisogno di andare in bagno (e sai che gioia aiutare una ragazza sulla sedia a rotelle e le mestruazioni a fare la pipì!). Ma noi lo facciamo! E la prossima volta che si presenteranno a prendere i loro figli mezz'ora dopo la fine delle lezioni dovrebbero ringraziare il cielo che glie li ha tenuti il bidello e non i vigili che li avrebbero denunciati per abbandono di minore! Grazie ancora per averci difeso! Potrei dire tanto altro sulla mia categoria o su quella degli insegnanti e, soprattutto degli impiegati (che la gente non ricorda neppure che esistono) ma diventerebbe un saggio e già fino ad ora ho esagerato e mi sono persa in assurdità, quindi la saluto.
E di nuovo GRAZIE!
P.G.

Anonimo ha detto...

Gentilissima collaboratrice scolastica, non sei stata per niente noiosa, né assurda. Anzi, sei stata esauriente. E poi hai dimostrato che i "bidelli" non sono tutti ignoranti come la Destra vuol far credere. Conosco bidelli laureati, che non trovano lavoro per il loro titolo, altri che si occupano di arte e letteratura, altri che pubblicano studi e libri.
Gli 80.000 bidelli immessi nelle scuole da Prodi nel 2000 hanno rinnovato la qualità del personale scolastico ausiliario. Prima di allora il personale ausiliario era generalmente composto da vedove o zitelle, a dire il vero di bassa qualità culturale ma non umana, e veniva sprezzantemente chiamato "scopa".
Ti consiglio di mandare il tuo articolo, con un preambolo che lo lega al fatto che la Destra vorrebbe sostituire i collaboratori scolastici con ditte appaltatrici, alla rubrica lettere dei maggiori siti dei quotidiani. Il Messaggero di Roma ha linkato il mio articolo.
Vorrei far partire una petizione da inviare al Presidente della Repubblica e alla sede nazionale dell'Albo dei giornalisti per radiare Feltri e quegli altri giornalisti che hanno impunemente pubblicato dati falsi sui bidelli. Puoi collaborare?

Anonimo ha detto...

Gentile signor Anselmi, la ringrazio per la sua proposta e devo dire che mi ha fatto molto piacere riceverla. Le dico che sì, mi piacerebbe collaborare con lei alla sua petizione, anche perchè sto già partecipando a varie iniziative nella mia città di residenza. Stiamo stampando volantini e scrivendo lettere a vari giornali con il pieno supporto di varie Direzioni. La devo però avvertire che in questo momento sono in malattia, in terapia per una "grave patologia" di cui ho scoperto l'esistenza l'estate scorsa e il mio supporto non potrà che essere saltuario, legato agli effetti collaterali della mia cura. Se la cosa non le crea problemi potremmo quindi risentirci. I miei più sentiti saluti, P.G.

Anonimo ha detto...

chiedo urgentementi di trovarmi un bidello che come spiega nel suo intervento...lavora o pulisce...grazie...

Anonimo ha detto...

Lezione per Feltri: acchiapparlo per il colletto e trascinarlo a pulire i cessi e i c...dei suoi soci parlamentari, da cui è stipendiato.

Anonimo ha detto...

Anonimo ha detto...
30 anni fa frequentavo la scuola elementare. L'unico bidello esistente era anche privo di alcune dita; puliva giornalmente 10 aule di circa 30 alunni ciascuna, i corridoi e il piazzale esterno. Durante la pausa pranzo (avevo il doposcuola) aiutava la moglie in refettorio.

Oggi entro in una scuola primaria e vedo a volte 4 a volte 5 bidelli che discorrono 10 minuti del grande fratello o dell'isola dei famosi prima che qualcuno si disturbi e chieda : "cosa desidera".

I sindacati hanno vietato la pulizia salendo sulle scale e si appaltano a cooperative esterne le pulizie in alto.

E poi, in Italia, ci sono 30.000 mila bidelli in più dei carabinieri.

30 settembre 2008 14.24



TI RISPONDO SUBITO CARO ANONIMO.NON SO CHE MESTIERE FAI MA MI SEMBRA CHE ANCHE TU CONOSCA IL GRANDE FRATELLO E L'ISOLA DEI FAMOSI...QUINDI MI VIENE DA DUBITARE CHE I TUOI DISCORSI NON SIANO CERTO MIGLIORI.
VEDI DI FARTI GLI AFFARI TUOI E SOPRATTUTTO DI RISPETTARE GLI ALTRI: NON SEI PERFETTO NEMMENO TU....
IO SONO UN COLLABORATORE E QUESTI DISCORSI NON RIENTRANO NELLA MIA ROUTINE, MAGARI DICO ALTRE SCIOCCHEZZE MA IL MIO LAVORO LO SVOLGO BENE: SIAMO SICURI CHE TU FACCIA ALTRETTANTO?
I CAFONI MALEDUCATI A ME NON PIACCIONO...QUINDI SE PASSI PER LA MIA SCUOLA NON FATICHERO' A RICONOSCERTI....