domenica 5 ottobre 2008

Con chi sta il Presidente della Repubblica?

Lo statuto della costituzione italiana ha assegnato alla figura del Presidente della Repubblica il compito di garante della stessa costituzione, delle leggi dello Stato, dei diritti dei cittadini. Poiché lo Stato è una entità astratta egli dovrebbe incarnare lo Stato. Lo Stato dovrebbe essere quel complesso di istituzioni che regolano la vita civile e non fanno distinzioni tra cittadini.
In Italia, invece, fin dagli albori della Prima Repubblica, per impulso della Democrazia Cristiana, lo Stato si è identificato nei partiti e nei suoi rappresentanti. Con il caso di qualche eccezione i Presidenti della Repubblica Italiana, eletti non dal popolo ma dai partiti, hanno svolto le funzioni di massimi garanti del sistema partitocratrico.
Il comunista pentito Napolitano non sfugge a questa logica. Egli ha avuto ed ha tuttora poca attenzione per i diritti dei cittadini. Beppe Grillo dice che Napolitano è un vecchietto fiacco, tendente ai pubblici appisolamenti, che monita come i nonni brontoloni che non hanno la forza per cambiare alcunché, e lo chiama dunque simpaticamente Morfeo.
In realtà Napolitano ha dimostrato di conservare la scaltrezza di un comunista sovietico e l’astuzia di un democristiano di razza; anzi, mi sembra il totem vivente dello spirito democristiano, ossia di quell’apoteosi di finta pietas cristiana che fu la Democrazia Cristiana. Lo spirito della Diccì non è affatto morto a metà degli anni Novanta del trascorso secolo, ma, come quel grano maligno di biblica memoria, è andato ad impollinare tutti i nuovi partiti riciclatisi dalla Prima Repubblica, con eccezione dell’Italia dei Valori.
A riprova delle mie argomentazioni voglio ricordare che Napolitano ha ratificato la legge 124/2008 , conosciuta come lodo Alfano - il cui assunto era già stato bocciato dalla corte costituzionale - che svincola da ogni eventuale indagine e processo 4 persone su 60 milioni di italiani, tra cui il Presidente della Repubblica stesso. Approverà, come già ha dichiarato pubblicamente, la cosiddetta riforma sulla scuola pubblica, che è in realtà la più massiccia operazione di licenziamenti dall’istituzione scolastica - 140.000 docenti e non docenti espulsi dalla scuola pubblica – mai effettuata in un regime democratico, comunista, nazista. Approverà anche le prossime leggi scorciatoia del governo, quelle che aggirano il dibattito parlamentare e la possibilità di essere bocciate.
Di fronte ai dati riportati sul libro “la casta ” di Stella e Rizzo, che evidenziano gli sprechi del Quirinale, dobbiamo rendere merito a Napolitano di aver operato un certo risparmio. Ma i suoi bonari moniti dal Colle non mettono paura né alla partitocrazia né alla delinquenza privata e rendono del tutto superfluo il suo ruolo. In definitiva un presidente eletto dal popolo non sarebbe il salvatore del popolo, ma darebbe forse più garanzie di un presidente eletto dai partiti. (Nella foto il Presidente della Repubblica confabula con Berlusconi)
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bel guaio l'Italia; o più pulito via a rogna!

Anonimo ha detto...

O PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA STA COI FRATI E ZAPPA L'ORTO!!!