domenica 8 marzo 2009

La festa della donna e l'angelo del focolare

Gli anni tra il 1900 e il 1921 furono fondamentali nel mondo occidentale per la coscienza sociale delle donne. La "Giornata internazionale della donna", in seguito denominata più comunemente “festa della donna”, fu decisa nel 1910 a Copenaghen, nella Casa del Popolo del movimento operaio, ove più di 100 donne, rappresentanti di 17 paesi, erano convenute per una conferenza sulla parità dei diritti.
Ma il primo anno di festa, in cui parteciparono oltre un milione di donne in Austria, Danimarca, Germania, Svizzera, fu funestato da una disgrazia. Pochi giorni dopo le celebrazioni, tenutesi il 19 marzo, un incendio divampò all’interno della fabbrica Triangle di New York e causò 146 vittime, tra cui molte donne.
La festa della donna nacque dunque nell’ambito del movimento socialista. Per qualche anno non fu stabilita una data precisa per questa giornata, fino a quando nel giugno del '21 le donne comuniste, riunitesi a Mosca per la "Seconda conferenza", decisero di scegliere l'8 marzo come giornata internazionale della donna operaia, in ricordo di quel movimento spontaneo di donne petroburghesi, che l'8 marzo del 1917, a seguito di protratte manifestazioni contro la guerra che le aveva affamate e ammazzato mariti e figli, costrinse lo Zar ad abdicare e a concederle il diritto di voto.
La scelta della data dell’8 marzo per ricordare un tremendo fatto, accaduto in una fabbrica di New York nel 1908 - dove il padrone aveva chiuso le sue operaie, ree di aver manifestato volontà di sciopero, e appiccato dipoi il fuoco, causando 129 morti - sembra frutto di una demagogica fantasia o di un pressapochismo giornalistico che confonde date e avvenimenti, non avendo gli storici trovato fonti documentali.
I regimi fascista e nazista che oscurarono l’Europa per il successivo ventennio, sospesero la festa della donna. Questa tradizione ritornò ad essere ricordata dopo la guerra nei paesi democratici e socialisti. Anzi, le Nazioni Unite nel 1975 proclamarono l'8 marzo, giornata internazionale della donna, correggendola due anni più tardi in ''giornata per i diritti della donna e la pace internazionale''.
Oggi la festa delle donne, tende sempre di più a perdere il carattere sociale e ad essere ricordata come una generica festa, non priva di un apparato di melensa retorica. La lunga strada per l’emancipazione femminile e la parità dei diritti non è certo conclusa. Personalmente ritengo che abbia pure smarrito in più tratti il percorso. Non credo che la donna debba tendere ad essere uguale all’uomo, o a ricalcarne certe caratteristiche, per giunta sbagliate. Mi fa pena sentire le lamentele di coloro che deprecano la bassa percentuale delle donne al comando delle Forze Armate, degli Istituti bancari, o dei maggiori centri di potere: codeste persone, invece di elevare la donna al sublime, l’abbassano al rango del “maschio potente”, ossia ad una sorta di pitecantropo che ha traviato l’intelletto e trasferito la capacità di amare, in senso cristiano e sensuale, in quella di comandare ed usare gli altri per tornaconto personale. La donna “angelo del focolare” era senz’altro una esagerazione, e spesso una scusa da parte del maschio prepotente per poter tenere assoggettata una persona come una cosa. Questa concezione culturale della donna come cosa è ancora alla base delle violenze e degli stupri sulle donne. Ma bisogna ritornare all’angelo del focolare per ritrovare certe belle peculiarità dell’essere femminile – come la mitezza, la bontà, l’altruismo – che l’odierna omologazione dei sessi ha reso demodé. Da tali peculiarità credo che la donna debba ripartire per ritrovare una strada che dia una maggiore autenticità alla femminilità e magari sproni l’uomo ad essere anche lui un po’ meno pitecantropo.

2 commenti:

Unknown ha detto...

bello questo articolo, il manifesto e condivido appieno il contenuto. La sfida non è diventare "stronza come un uomo" ,ma poter esprimere totalmmente noi stesse,imparando a conoscerci e sapere quindi quello che vogliamo fare nella nostra vita e realizzarlo. E poi esserci amiche: intendo amiche di noi stesse e fra di noi. Ecco, forse questo dovremmo imparare dai maschi: la solidarietà fra di noi.

Anonimo ha detto...

La solidarietà tra maschi? Spesso vedo la solidarietà tra maschi del tipo associazione a delinquere.