giovedì 21 maggio 2009

Autentici onorevoli e vespilloni di corte

Vi sono onorevoli infami – prescritti, condannati, recidivi – e onorevoli veri, di nome e di fatto.
L’onorevole Massimo Donadi, capogruppo alla Camera dell’Italia dei Valori, appartiene naturalmente alla categoria degli autentici onorevoli, il cui appellativo non è soltanto un titolo di privilegio.
Ieri sera, nel gabinetto pubblico del capo del governo, ossia la trasmissione televisiva Porta a Porta, condotta da Bruno Vespa, l’onorevole Donadi si è presentato come al solito con la sua misurata calma a dover “giustificare” la sentenza del Tribunale di Milano che ha condannato l’avvocato inglese Mills per essere stato corrotto da un tal cavaliere che corrisponde all’attuale presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
In ogni parte del globo civilizzato il corruttore sarebbe stato condannato al pari o con una maggiore pena del corrotto. Ma siamo in Italia, un luogo più simile alla corte di una tribù dell’Africa centrale – con tutto il rispetto per gli indigeni di laggiù – che a una nazione fondata su di una vera costituzione e uno Stato di diritto. In questa Italia i capì tribù si fanno leggi per favorire se stessi, i loro partiti, le loro aziende; nella fattispecie, come sa ogni persona dabbene, questi stregoni nostrani si sono fatti la legge conosciuta come Lodo Alfano, per sfuggire ad ogni eventuale processo e condanna. E l’hanno applicata, e sono orgogliosi di applicarla. Ma hanno anche la sfrontatezza di usare il gabinetto pubblico di Vespa e le loro altre innumerevoli stazioni di propaganda, per ribaltare la verità e imbastire trasmissioni in cui fanno passare come malvagio il povero giudice di Milano che ha emesso una sentenza di colpevolezza contro Mills. Queste trasmissioni sono parodìe di dibattiti. A Porta a Porta di ieri sera si è tentato di usare Massimo Donadi come un figurante di Cinecittà. L’onorevole capogruppo alla Camera per l’Italia dei Valori, non è riuscito a spiegare le motivazioni e i retroscena della vicenda Mills poiché i due difensori di Berlusconi, l’avvocato Ghedini e il parlamentare Gasparri, si sono continuamente sovrapposti con parole sguaiate e sogghigni osceni, peraltro senza che lo stesso Vespa provasse minimamente ad azzittirli.
In verità Vespa ha dimostrato ancora una volta di essere un vespillone della libertà di espressione, un manutengolo dei poteri forti, un giornalista fazioso, non certo un partigiano della libera comunicazione.
Sono i vespilloni dell’informazione che ogni giorno stanno scavando la fossa alla democrazia italiana, costringendo sempre di più l’italiano medio a diventare un imbecille senza più tradizioni popolari alle spalle e senza un futuro di valori umani.
“A ddà passà a nottata…” diceva il grande Eduardo. Ma chi lo sa? L’arroganza di Papy sta diventando sempre più spietata, le sue abili strategie sempre più complicate e irriducibili, tali a quelle, come ho già detto in altre occasioni, di un diabolico padrone medievale. (nella foto l'on. Massimo Donadi)

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