domenica 22 giugno 2008

Il regime dell'impunità

La storia di Berlusconi assomiglia più a quella dei potenti principi medievali che a quella dei personaggi otto-novecenteschi della politichetta italiana. Dal conte Cavour a De Gasperi, da Togliatti ad Andreotti, - con l’unica eccezione di Mussolini - il politico italiano ha generalmente avuto gli atteggiamenti esteriori rispondenti a quella specie di tipo che possiamo definire “diacono”, ossia una specie di sagrestano magro come un asceta, o dotato di panza cirrotica, mellifluo nei modi, quanto, spessissime volte, egoista e bramoso di ricchezze personali.
Berlusconi, che non ha mai voluto assomigliare, almeno esteriormente, ad un democristiano o ad un fascista, ha introdotto nella politica italiana non solo una diversa mentalità, ma una diversa apparenza, che ha trovato imitatori nel centro destra e nel centro sinistra: il look del manager di successo.
Il politico alla Berlusconi non è affatto grigio e serioso come quasi tutti i politici suoi predecessori, ma sorride sempre falsamente (avete mai visto Craxi, De Mita, Cossiga od Occhetto sorridere a quattro ganasse?) e nei lussuosi palazzi governativi si muove come se fosse al circolo dei canottieri, o meglio con la decisionalità di un Rugantino a cui hanno regalato il cappello di ammiraglio.
Il cavaliere di Arcore, quando è invitato ai consessi internazionali e si trova a tu per tu con quelle figure che reputa “grandi personaggi della Storia”, come Bush o Chirac, per compensare una sua inconscia inferiorità politica e fisica, non solo gonfia il petto e alza i tacchi, ma comincia a fare il simpaticone, dando pacche sulle spalle, facendo le corna ed altre amene goliardate, esattamente come il ragazzetto complessato quando è invitato al compleanno del primo della classe. C’è un filmato che circola su You Tube, nel quale si vede un tizio, somigliantissimo al nostro eroe, che fa un gesto decisamente maschilista nei confronti di una donna. Se quella persona dovesse corrispondere al nostro attuale presidente del consiglio dei ministri lo sconforto sarebbe irrimediabile.
In realtà dietro la maschera pragmatica ed ottimista del Berlusca c’è il volto tragico di un principe medievale che muove le leve di una infinità di congiure, di cospirazioni, di veleni. Come i principi delle antiche casate la sua impresa familistica si è creata un tale potere da formare un potente Stato dentro lo Stato, che lo condiziona e lo opprime.
Il fatto di aver riportato alle ultime elezioni politiche una vittoria schiacciante nei confronti delle forze politiche avverse, che tuttavia non raggiunge neanche la metà del totale dei voti, gli ha sviluppato un sentimento di grandiosità che non ha pari in nessun personaggio della Storia italiana del secondo dopoguerra. Nei governi precedenti deliberò una serie di leggi ad personam, (come riduzione dei termini della prescrizione del reato, abolizione del reato di falso in bilancio, introduzione negli uffici postali di uno sportello delle sue banche) che di fatto lo favorirono personalmente. In questo suo quarto governo, vista l’incostanza dell’opposizione (con l’eccezione dell’Italia dei Valori) e di un popolino in catalessi morale, sta già continuando ad innalzare il regime dell’impunità. Non rispettare le sentenze della Corte Europea riguardo al fatto di lasciare libera la frequenza televisiva che da decenni occupa abusivamente con Retequattro, varare delle leggi per punire severamente i giornalisti che pubblichino notizie su indagini della Magistratura, abolire i processi che lo riguardano con la scusa di sveltire l’amministrazione della Giustizia, introdurre la sospensione delle indagini e dei processi nei confronti delle alte cariche dello Stato per permettere a queste cariche di portare fino in fondo il mandato elettivo, fanno parte di una strategia per poter impunemente e spudoratamente continuare l’esercizio del potere a fini personali. Neanche la dittatura di Mussolini era giunta a tanto. Quando Di Pietro e gli altri parlamentari dell’Italia dei Valori parlano di “dittatura dolce” di Berlusconi non mi trovano d’accordo: per un popolo che ha interiorizzato il concetto di casta e vive precariamente a causa dei mal governi, non si tratta affatto di dolcezza. Le conseguenze delle disposizioni legislative di Berlusconi e di un partito democratico fasullo si ripercuotono gravemente sulla gente, più dolorosamente a mano a mano che scendiamo in quegli strati di popolazioni che vivono onestamente, precariamente e con stipendi vergognosi. Si tratta casomai di un regime che si impone non già per mezzo della coercizione fisica, ma offrendo piccoli o grandi privilegi ai propri lecchini, e punendo con l’esclusione dalla vita istituzionale ed economica coloro che non leccano.
Per avere un quadro esauriente delle vicende giudiziarie di Berlusconi e delle leggi che si è fatto ad hoc per risultare impunito ascoltate Marco Travaglio in questo suo ultimo passaparola

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