domenica 29 giugno 2008

La strage dei precari nella scuola

Giugno e luglio sono i due mesi che il regime dei politicanti predilige quando desidera approvare in tutta fretta e alla chetichella le leggi più infami. In questo periodo troneggiano sui mass media i fatti effimeri dello sport (mondiali, europei di calcio, olimpiadi, etcetera) che vengono abilmente gonfiati per nascondere certe notizie sgradevoli, provvedimenti governativi che incidono negativamente sulla sorte di milioni di persone. Il popolino, stremato dal caldo, dal tanfo della monnezza, dai sogni di vacanze impossibili, anche venendo a conoscenza di leggi a suo danno, peraltro non appoggiato da partiti o sindacati che lo sostengano nelle sue rivendicazioni, non trova la forza per auto organizzarsi e reagire, e così sublima le sue frustrazioni nell’entusiasmo sportivo.
L’attuale regime in queste settimane sta cercando di varare un pacchetto di leggi - contro le intercettazioni dei magistrati, a favore della sospensione di alcuni processi, a favore della immunità delle più alte cariche dello Stato – che giustamente è stato definito salva-Berlusconi, poiché impedisce ai Giudici che stanno indagando sul cavaliere di Arcore di proseguire le indagini, sottraendolo, di fatto, ad ogni giudizio.
Se il tentativo di faraoinizzare Berlusconi è all’epilogo, il 18 giugno scorso il governo ha già presentato un decreto legge, detto manovra finanziaria, che è una anticipazione della prossima autunnale legge finanziaria. Tra i tanti provvedimenti presi c’è n'è uno così eclatante, che avrebbe dovuto spiccare nella prima pagina dei telegiornali e quotidiani, ed invece, ad eccezione del quotidiano Italia Oggi, è stato trattato in piccole colonne nelle pagine interne. Di che si tratta?
Niente, cose da poco, bazzecole. Mariastella Gelmini, neo ministro della Pubblica Istruzione, ha deciso che a partire dal prossimo 1 settembre scatterà il taglio degli organici della scuola pubblica: circa 70.000 docenti e 43.000 non docenti; inoltre sarà ridotta della metà la prevista immissione in ruolo: 25.000 docenti, 7000 non docenti. Taglio di organici è un elegante eufemismo per non dire una verità brutale, ossia il licenziamento di circa 120.000 precari della scuola entro i prossimi tre anni, il 17% di tutti coloro che sono attualmente in servizio. Come è scritto nel testo della legge con i soldi risparmiati si impingueranno gli stipendi di coloro che rimangono. Il neo ministro queste provvedimenti li chiama “misure di razionalizzazione”, usando lo stesso linguaggio e la stessa prassi nazista che giustificava lo sterminio degli ebrei col fatto che l’incenerimento dei poveretti era utile per confezionare saponette da destinare ai soldati ariani. Nel nostro caso le saponette sono i precari.
Sono proprio veri i detti popolari, in questo caso “se stava mejo quanno se stava peggio”, “più nnamo avanti e più peggio stamo”, “nun c’è limite al peggio”. Il peggio in questione sarebbe il precedente governo di centro sinistra, il quale, pur con tutti gli sbagli fatti, nel settore scuola “ha avuto un occhio di riguardo”. Le riduzioni degli organici attuate da Fioroni per l’anno scolastico 2007/08 corrispondono a zero unità; quelle da lui previste per l’anno scolastico 2008/09, prima che cadesse il governo, erano di sole 11.000 unità. La Gelmini le ha moltiplicate per dieci.
Le immissioni in ruolo dei precari disposte da Fioroni per gli anni scolastici 2007/08 furono di ben 50.000 docenti e 30.000 non docenti. La Gelmini, per il prossimo 2008/09 ha dimezzato le immissioni dei docenti e ridotto a un quarto quelle dei non docenti.
Evidentemente la Gelmini, divenuta ministro non per il suo curriculum ma grazie alla tenera amicizia con uno dei principali colonnelli di Berlusconi, il neopoeta Sandro Bondi, e la retorica delle quote rosa, estranea da sempre al mondo della scuola, ignara e insensibile alle sofferenze di chi vive una vita da precario, si permette il lusso di mandare a casa e così distruggere l’esistenza di 120.000 famiglie. Il bel ministro vanta una dissertazione sulla ristrutturazione degli istituti scolastici che prevede la trasformazione dei direttori scolastici in una specie di prefetto che nomina e licenzia a piacimento. “Vita mea, morte tua” è questa la filosofia spicciola dei berlusconiani, assoldati da colui che non posso nominare con lo stesso aggettivo usato proprio ieri da Di Pietro. Come non posso affiancare aggettivi appropriati al nome del presidente della Repubblica, il quale si preoccupa di far abbassare i toni a Di Pietro e non capisce – e qualcuno prima o poi dovrà dirglielo – che apporre la propria firma sotto a certe leggi berlusconiane, soprattutto questa che dispone una ecatombe nella scuola, è da… omissis.
E i sindacati, nel frattempo, che fanno? Come al solito non informano capillarmente i loro iscritti, non protestano neanche pubblicamente, s’indignano formalmente in due o tre righe di un comunicato stampa, minacciano per il prossimo ottobre, ossia ben tre mesi dopo l’approvazione della legge, uno sciopero che sarà, come al solito, il corrispettivo laico della tradizionale processione del santo patrono. (Mariastella Gelmini nella foto)

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