venerdì 4 luglio 2008

Depuratore virtuale, tassa vera

Gentilissimo signor Sindaco del Comune di Fabrica di Roma,
il mittente di questa lettera aperta è Gualdo Anselmi, referente locale dell’Italia dei Valori.
Mi permetto di disturbarla per chiederle che cosa intende fare per il depuratore inesistente che il nostro paese non ha, per il quale non è stato fatto nessun progetto, per il quale non sono previsti lavori, ma per il quale, da almeno venti anni, l’amministrazione comunale chiede ai cittadini una tassa di circa 70 euro l’anno, quasi la metà del totale di una cartella media del servizio idrico.
Lei ha sempre sostenuto che la tassa per il servizio del depuratore veniva accantonata e utilizzata per i futuri lavori di costruzione dell’impianto. Mon dieu, a tutt’oggi il futuro è passato, e il depuratore si è trasformato in un servizio virtuale che continuiamo a pagare con soldi veri, tolti dai nostri risparmi.
Lei sa bene che esiste un cittadino di Fabrica di Roma, vigile urbano in pensione, tale Domenico Ciappici, che alla sua Fabrica virtuale non ci crede. Nella primavera del 2005, visto che l’acqua del rubinetto di cucina era di un bel colore avana, e per giunta veniva un giorno no e quell’altro pure, riempì due boccioni di questa melma e si recò dall’allora sindaco Scarnati per chiedere spiegazioni. Le risparmio le giustificazioni fantasiose del colore dell’acqua rese dal capo dell’ufficio tecnico, conclusesi con un consiglio efficientissimo: “Ma scusa, vuoi risolvere il problema dell’acqua? fatti l’autoclave come ho fatto io!”
Di fronte ad una risposta simile il signor Ciappici, che per suo temperamento è abbastanza esplicito, si morse le labbra per non indicare ai suoi interlocutori di andarsene a visitare quel certo paese. Il danno di avere l’acqua sporca e intermittente, aggiunto alla beffa di pagare la tassa sul depuratore inesistente, per il signor Ciappici era francamente troppo. Si recò presso la Federconsumatori di Viterbo per esporre il problema e ne uscì con un modello di ricorso per risarcimento tributi da presentare al Giudice di Pace di Civica Castellana.
L’istanza fu presentata il 14 ottobre 2005, la sentenza fu pubblicata il 21 agosto 2006. Il Giudice, avv. Arnaldo Celletti, sulla base di una giurisprudenza consolidata, accolse il ricorso.
Con copia della sentenza in mano il signor Ciappici corse da lei – che nel frattempo era subentrato allo Scarnati – per chiedere la restituizione del maltolto degli ultimi 5 anni, a cui lei non si oppose. Da quel giorno il nostro vigile urbano in pensione non paga più il tributo per il depuratore virtuale. Naturalmente, come tutti noi cittadini, si augura di doverlo ritornare a pagare, ma a fronte di un depuratore esistente e funzionante.
In definitiva le chiedo di sapere, ai sensi degli articoli 54 e 56 dello statuto comunale, articolo 7 legge 142/90, le sue prossime intenzioni riguardo a questa brutta storia del depuratore, ossia se vuole fare al più presto una delibera per far redigere l’impianto di depurazione, oppure una delibera che prenda atto della sentenza favorevole al Ciappici e la omologhi a tutta la cittadinanza. Vorrei anche sapere il totale di euro accantonati in tutti questi anni con la tassa sul depuratore inesistente, e nel caso rinunci a costruire il depuratore la destinazione di questa somma.
Nello spirito di collaborazione al progresso materiale e spirituale della nostra comunità, con l’augurio di avere una pubblica risposta – al contrario del suo comportamento abituale, che ignora le istanze dei cittadini - le porgo i miei più cordiali saluti.
Gualdo Anselmi (nella foto il signor Ciappici con in mano la sentenza)

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