sabato 11 aprile 2009

Carità e sciacallaggio

Sarà anche un bel gesto di carità mandare un assegno alla Protezione Civile o ad altre organizzazioni pro terremotati, ma ricordiamoci che è lo Stato a dover pensare al soccorso materiale dei terremotati, usando i nostri soldi prelevati per mezzo delle tasse. Se noi cittadini ci sostituiamo allo Stato, elargendo direttamente, facciamo un grosso favore al governo, a qualsiasi governo che affronta l'emergenza con i nostri risparmi, e può così continuare a sperperare risorse altrove: è emblematico il progetto del ponte sullo stretto di Messina, in una zona conclamata sismica, che ebbe 120.000 morti nel 1908 e 680 nel 1783.

Il Ministro dell’Interno Schifani ha pubblicamente invitato tutti i parlamentari ad inviare alle organizzazioni preposte un assegno di mille euro, la ventesima parte del loro stipendio mensile. Per tutta risposta Stefano Pedica, senatore e capo della segreteria politica di Di Pietro, ha dichiarato che sia vergognoso che ogni parlamentare e tutta la politica in genere non senta l'obbligo morale di versare tutto lo stipendio di aprile per una tragedia del suo Paese di appartenenza. Detto fatto: ha scritto e pubblicato una lettera indirizzata al presidente del Senato con la quale chiede che gli venga trattenuto l’intero emolumento dell’ultimo. suo stipendio.

Questi attuali ministri, che invitano a non fare polemiche e ad unirci nella ricostruzione, nascondono alle madri dei ragazzi morti sotto le macerie della casa degli studenti che il governo Berlusconi ha prorogato al 2010 il decreto del 2008, con il quale l’allora ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro migliorò un precedente decreto del 2005, mai reso attuativo e riguardante .una serie di precise norme antisismiche da applicare ai fabbricati di nuova costruzione o in ristrutturazione.

I nostri governanti fanno finta di essere buoni per non attirare su di loro le giuste ire di chi ha perso i familiari, ancora una volta a causa degli spaventosi interessi egoistici.

Se guardate con attenzione i filmati dei centri aquilani sono crollate le case vecchie, malfatte, con i travi di legno tarlati; i fabbricati nuovi sono rimasti in piedi, e si sono sbriciolati soltanto i palazzi, come la casa dello studente e l’ospedale, evidentemente costruiti da ditte poco professionali e con materiali scadenti e senza rispettare le norme in vigore. Non si può incolpare il terremoto come divina fatalità quando a crollare sotto la sollecitazione delle scosse sono solo quei palazzi frutto di speculazioni edilizie, come a San Giuliano di Puglia, nel 2002, quando a seguito di una scossa di media entità crollò il tetto di una scuola pubblica e causò la morte di 27 bambini ed una insegnante.

In questo caso, giustamente, fu aperto un procedimento giudiziario e a sei degli imputati (tra cui costruttori, progettisti, dipendenti comunali e sindaco) sono state comminate in appello pene tra i due e i sette anni.

Non solo nelle settimane precedenti il terremoto, ma anche nei mesi precedenti il territorio aquilano era interessato da quello che in termini scientifici viene chiamato “sciame sismico”, ossia una serie di continue microscosse, poco avvertite dalla popolazione, generalmente non precorritrici di veri e propri terremoti. Ma quando Giampaolo Giuliani, il tecnico che sta sperimentando da 10 anni un sistema di premonizione di terremoti, aveva lanciato l’allarme, invece di prenderlo sul serio e non dico predisporre la fuga dalle case, ma delle misure cautelative maggiori, fu prima denunciato per procurato allarme e poi “indotto” a rilasciare una intervista con la quale rassicurava la popolazione.

Ora si potrà mai farà luce su questa vicenda del terremoto? Sapranno i magistrati, che hanno già aperto una inchiesta, non guardare in faccia a nessuno? Oppure tutto finirà, come al solito, in una bolla di sapone e ingoieremo anche questo rospo, rassegnandoci alle creste sui fondi per le ricostruzioni dei terremoto, per i progetti di disoccupazione e per ogni altra disgrazia.

Gli sciacalli ladruncoli tentano di entrare nottetempo nelle case disabitate, ma quell’altra forma di avvoltoi in doppiopetto, furbissimi, espertissimi già stanno al lavoro fregandosi piacevolmente le mani.

2 commenti:

Sara Balzerano ha detto...

La costruzione dell'ospedale dell' Aquila, inagibile fin dalla prima scossa per il 90%, era stata affidata all' Impregilo, ditta che aveva l' appalto anche per i rifiuti in Campania, e ditta alla quale hanno affidato la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina.

Com' è che il "nostro" Presidente del Consiglio ha giustificato , tra le sue lacrime strazianti, questa "coincidenza"?!?

Gualdo Anselmi ha detto...

Impregìlo (con l'accento sulla i) è la più grossa società di costruzioni italiana, controllata da Benetton, Ligrestri e una serie di banche e assicurazioni. Queste grosse società non possono esistere senza l'avvallo e la benedizione politica.